Assunta
(lunedì 11 febbraio 2013)
Categoria:
Rabbia
REGIONE LAZIO SFRATTA I BIMBI MALATI DI CANCRO!
18:20 del 11-02-2013
Penso si possa passare sopra a quasi tutto, ma sui bambini e per giunta ammalati gravi assolutamente no!!!! Ho dentro una rabbia che vorrei mordere qualcuno e questa mia impotenza, mi rende ancora più rabbiosa. Ma maledizione! E' mai possibile, che in mezzo allo sperpero di miliardi (sopratutto in regione Lazio) ci si abbassi ad una vergogna del genere? Come vorrei avere davanti la Polverini, la ridurrei in un polverone, se una giustizia c'è, anche se non ci credo, devono pagare uno per uno per la loro condotta, immorale e assurda. Quei quattro deficenti che blaterano per le elezioni, non sono a conoscenza di questa ennesima ingiustizia sui bambini? Non è argomento da elezioni? Che siano stramaledetti, non auguro loro il cancro, perchè mia madre diceva sempre: il male non si augura nemmeno ai peggiori cani, ma una preghierina per far provare loro il dolore, di nascosto a mia madre la farò!
Questa la notizia!
L'Onlus 'Peter Pan' ha 10 giorni di tempo per sgrombrare l'edificio che accoglie le famiglie e i bimbi malati di cancro in cura. L'Onlus nacque a Roma nel lontano 1994 e cerca di aiutare da anni chi è stato appena colpito dalla malattia, offrendo loro aiuto, per affrontare al meglio il lungo e travagliato percorso delle terapie mediche. La denuncia arriva direttamente dall'associazione che annuncia: “La Regione Lazio sfratta i bambini di Peter Pan onlus e le loro famiglie”. Attraverso il suo ente Irai per l'assistenza all'infanzia, ha deciso di sfrattare i bambini, dando 10 giorni di tempo: Peter Pan ha sempre pagato gli affitti all'ente regionale e non ha mai ricevuto alcun finanziamento pubblico.
Si tratta di una richiesta informale di adeguare il canone di affitto alle quotazioni commerciali della zona. All’inizio pagavano 3.000 euro, poi dall’anno scorso 6.000, ora ci chiedono di pagarne fra i 20 e i 30 mila. L’edificio dove sorge la nostra Casa per statuto e accatastamento non potrà essere destinato ad altri generi di attività: non sarà possibile trasformarlo, per dire, in un hotel. Dunque l’Irai, che fra l’altro è uno dei pochi enti in attivo, potrebbe metterci degli uffici, oppure creare una struttura comunque dedicata ai bambini, come un asilo. Una cosa assurda, dunque, che si voglia sfrattare la nostra casa, dove si effettuano attività coerenti con la mission dell’Irai stesso. La decisione comunque non dipende dall’Irai ma dalla Giunta regionale. È una scelta politica, culminata in un atto burocratico, quello dello sfratto. Ma noi non ci arrendiamo. Finchè non arriveranno le ambulanze per portare via i nostri piccoli pazienti non molleremo. Anche le famiglie ospiti, attualmente 12, sono sul piede di guerra."
Che ne dite? Siamo ancora un popolo civile?